Cos’è l’Affido

L’affido è uno strumento di aiuto finalizzato alla protezione, tutela e sostegno di bambini e adolescenti la cui famiglia è temporaneamente in difficoltà e non è in grado di garantire le cure fisiche ed educative ai propri figli.

Consiste nell’offrire al bambino relazioni di cura capaci di rispondere ai suoi bisogni pratici e psico-emotivi.

L’Affido è un intervento che viene costruito e realizzato integrando l’azione di più Servizi: i Servizi Sociali, quelli che si occupano del minore e della sua famiglia (Servizi Tutela Minori e Famiglia) e quelli che si occupano delle famiglie affidatarie (Servizio Affidi).

Accogliere un bambino in affido significa prendersi cura di lui, con modi e tempi ogni volta diversi.

Quali tipi di affido esistono?

Le forme dell’affido sono varie, e sempre valutate sulla base del bisogno del bambino e alle specificità della sua famiglia, nonché in funzione della disponibilità e delle caratteristiche della persona/famiglia che si offre come affidataria.

Affido consensuale

L’Affido Consensuale si realizza con il consenso della famiglia d’origine. I genitori riconoscono le loro difficoltà e accettano di affidare, in accordo con il Servizio sociale e per il tempo necessario, il figlio ad un’altra famiglia che percepiscono solidale con loro. È un atto impegnativo e faticoso che implica un rapporto di fiducia reciproca. Il provvedimento di affido è predisposto dal Comune ed è reso esecutivo dal Giudice Tutelare presso il Tribunale

Affido giudiziale

L’affido Giudiziale viene disposto dal Tribunale per i Minorenni e realizzato dal Servizio Tutela Minori competente per l’ambito di residenza del bambino, per far fronte ad una situazione di disagio e di rischio per il minore stesso. Il progetto viene condiviso con la famiglia d’origine e con l’eventuale soggetto che in quel momento si sta occupando del bambino (Comunità educative).

Affido a tempo pieno

Si parla di Affido a tempo pieno quando il bambino trascorre con gli affidatari giorno e notte, mantenendo rapporti periodici con la propria famiglia. Nell’affido a tempo pieno il bambino entra a far parte della famiglia affidataria, potendo così sperimentare relazioni e contesti di vita che favoriscano la sua crescita ed un equilibrato sviluppo psico-emotivo.

Affido part-time

Si parla di Affido part-time quando il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata o della settimana (uno o più pomeriggi, solo fine settimana o giornate), ma alla sera torna a casa dai suoi genitori. Questi progetti di affido si propongono l’intento di mantenere il bambino nel proprio domicilio. Negli affidi part-time la cura consiste in azioni pratiche come accompagnarlo a calcio, aiutarlo nei compiti, portarlo al cinema, azioni semplici ma con un grande significato che da una parte consente al bambino di scoprire esperienze nuove e dall’altra di vivere una relazione accogliente e stabile con un adulto.

Affido di emergenza

L’affido di emergenza è una tipologia di accoglienza da 0 a 18 anni) che viene attivata in situazioni particolari con specifiche caratteristiche. Ha un tempo determinato di max 45 giorni per il quale la famiglia affidataria è un ponte verso un progetto “altro. Questo tipo di progetti prevede buone capacità di organizzazione familiare rapida, una duttilità nel modo di pensare ed approcciarsi alla vita e la capacità di fare rete con i servizi.

Si diventa famiglia di emergenza attraverso un percorso di conoscenza con il servizio affidi.

Appoggio famigliare

L’appoggio familiare è un intervento di sostegno e aiuto da parte di una famiglia (famiglia affiancante) nei confronti di un’altra famiglia che vive una situazione di temporanea difficoltà.

È una forma di solidarietà che, a differenza delle tradizionali forme di affido in cui l’intervento è principalmente orientato al minore, prevede il coinvolgimento di tutti i membri di entrambe le famiglie in relazione al ruolo ricoperto in famiglia, al genere e all’età.

Si tratta di una forma di prossimità basata sullo scambio, la relazione e la reciprocità tra famiglie: tutti i componenti apportano un contributo diverso al progetto.

L’idea alla base è semplice e atta a valorizzare le esperienze di sostegno e aiuto informale che, storicamente, sono sempre esistite: una famiglia che vive un periodo critico è affiancata da un’altra ed entrambe si impegnano reciprocamente con la definizione di un patto di solidarietà, per un periodo di tempo definito.

Con l’affiancamento ci si propone di prevenire l’allontanamento dei bambini dalle proprie famiglie, sostenendo le figure genitoriali e fornendo risposte concrete alle esigenze contingenti.

Come si diventa famiglia affiancante

Si può scrivere una mail al servizio affidi oppure telefonare e chiedere un primo colloquio informativo a cui seguirà un breve percorso conoscitivo che vi permetterà di essere inseriti nella banca dati delle famiglie affiancanti.

Che caratteristiche ha la famiglia affiancante

Famiglie normali, allegre, caotiche e vivaci. A volte due genitori altre volte uno solo, con tanti bambini o nessuno. Sono famiglie desiderose di essere concretamente di aiuto agli altri per offrire alle famiglie affiancate un’esperienza di incontro che porta con sé diversi modi di pensare, di cucinare, di giocare e di vivere.

Chi sono le famiglie affiancanti

Possono essere mamme con bambini senza un partner convivente, o con un partner assente molte ore al giorno per motivi di lavoro. Possono essere famiglie con problemi di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nuclei che per qualche ragione – la difficoltà economica, la malattia o disabilità di un membro, la fatica di integrarsi in una nuova città – rischiano di implodere, trascurare i bambini, adottare comportamenti sbagliati nei loro confronti. Oppure genitori che rischiano di perdere il lavoro, di essere costretti a interrompere gli studi perché non hanno un aiuto nel crescere i figli. Non sono famiglie perfette ma neppure disfunzionali, maltrattanti o abusanti. Sono famiglie che vivono in solitudine e distanza dalle reti sociali.