Le figure ambigue sono un fenomeno introdotto dalla psicologia della Gestalt, movimento psicologico/culturale nato in Germania nel XX secolo e inizialmente focalizzato sui fenomeni percettivi. Le figure ambigue (vedi foto), possono sollecitare due risposte differenti in base all’interpretazione dell’individuo (quale parte identifica come figura e quale come sfondo). Il principio sottostante riguarda il concetto di realtà che non è mai oggettiva risentendo degli aspetti soggettivi messi in campo dalla persona. Senza addentrarci in questa importante teoria sembra che il fenomeno possa agganciarsi al tema dell’affido, in particolare nelle fasi più critiche laddove gli affidatari, in momenti di particolare fatica, perdono temporaneamente la capacità di percepire, ad esempio, il bambino come un tutto, focalizzandosi su quello che non va e non riuscendo a cogliere i piccoli cambiamenti, le risorse, il legame che si sta creando (aspetti che rimangono non visti e “sullo sfondo”). Si assiste in altri termini a una chiusura degli affidatari che contrasta con quegli aspetti di flessibilità che consentono di avere una visione integrata e non parcellizzata del bambino e più in generale dell’esperienza. In altri termini appare fondamentale in tali frangenti, anche con l’aiuto del sostegno offerto dal Servizio Affidi, dare un senso e un significato a quello che sta accadendo. E’ fondamentale fermarsi a pensare, accedere ai propri vissuti emotivi e utilizzare le riflessioni in merito per poter vedere la situazione, appunto, da un’altra prospettiva.