L’attaccamento rappresenta il legame che si instaura, fin dalla nascita, tra il bambino e il suo caregiver (generalmente la madre). Il bambino, attraverso la manifestazione di una serie di comportamenti (pianto, sorrisi, vocalizzi), esprime i propri bisogni di protezione e di conforto al fine di raggiungere il caregiver e la sua vicinanza (e quindi la sua sopravvivenza!). Sulla base del tipo di risposte ripetute che il caregiver offrirà a queste richieste di cura, il bambino svilupperà uno stile di attaccamento. Queste modalità di interazione tra il bambino e la sua figura di attaccamento, ripetute nel tempo, diventano dei pattern, interiorizzati come rappresentazioni mentali del legame di attaccamento e contribuiscono a formare l’idea che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo. Queste rappresentazioni sono stabili nel tempo e possono poi essere trasmessi dai genitori ai figli. Per chi ha uno stile insicuro o disorganizzato, come spesso accade per i bambini che vanno in affido familiare, il passaggio ad un attaccamento sicuro è difficile ma non impossibile. La relazione di cura e affetto che si instaura con i nuovi caregiver aiuta a rompere la ripetizione di questi schemi sostenendo ad esempio, gli evitanti ad entrare in intimità con l’altro sconfiggendo la paura della dipendenza, gli ambivalenti a diventare indipendenti e regolare il vortice delle emozioni che li travolge e i disorganizzati a superare i propri traumi , a sentirsi meno spaventati e fiduciosi verso se stessi e gli altri.